Yoga, alleato contro il cancro
Nel 2018 un carcinoma molto aggressivo si è portato via mia madre, dopo due anni di malattia. In quei due anni ho avuto la possibilità di conoscere da vicino le sfaccettature psicologiche ed emotive di questa malattia. Mia madre era donna dedita al prossimo, prima di prendersi cura di sé, dava largo spazio a tutti gli altri e sono fermamente convinta che se avesse capito, molto prima, quanto fosse importante amare prima di tutto se stessa, quanto fosse importante riempire il proprio vaso prima di riempire quello degli altri, oggi forse sarebbe ancora qui.
Ho voluto onorare la sua esperienza aiutando le persone a comprendere quanto sia importante amarsi, dedicarsi sempre uno spazio di ascolto, riconoscere ad accogliere chi siamo attraverso le pratiche dell’antica tradizione yogica.
Proprio per questo, nel 2019 ho fondato il progetto “Yoga, alleato contro il cancro”, un progetto dall’intenzione nobile e solidale, nato inizialmente per supportare i pazienti del reparto di radioterapia presente nella Casa di Cura Bonvicini di Bolzano, e successivamente estesosi in tutta Italia con il supporto di ZOOM e della tecnologia digitale. È un progetto a cui sono molto legata, perché mi permette di donare a qualunque persona che sta attraversando questo delicato momento la possibilità di ricominciare ad amare il proprio corpo e di tornare in armonia con la propria mente e il proprio spirito.
Le dinamiche che insorgono con la malattia
L’insorgere di un carcinoma viene vissuto molto spesso come una sorta di tradimento del proprio corpo. È così che si tende ad estraniarsi da esso, che si considera “malato” e su cui si è perso totalmente il controllo. Spesso ci si rifugia nella mente, che è sana e viene quindi considerata più fidata. Questo processo di separazione, accompagnato da un rifiuto, è frutto di una lacerazione intima e profonda della persona.
L’importanza di riunire corpo e mente
Per recuperare la propria individualità e il proprio essere-nel-mondo occorre fare pace con il proprio corpo e ristabilirne l’unione con la mente. In questa prospettiva, le tecniche mente-corpo, tra cui la pratica dello Yoga, possono apportare un prezioso contributo. Il termine stesso, Yoga, deriva dalla parola sanscrita “yug” che vuol dire “unire, aggiogare, legare insieme, congiungere”. Questo termine ci riporta al concetto fondamentale di unione tra mente e corpo, spirito e materia. È il legame che mette in equilibrio gli opposti e ci consente di abolire la condizione frammentaria e caotica della mente.
I benefici di Yoga e Meditazione
La pratica dello Yoga ha dimostrato, anche da un punto di vista scientifico, di essere un trattamento efficace nella cura dei sintomi associati al cancro. Per questo è sempre più utilizzata come accompagnamento delle terapie mediche più tradizionali per migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici. Per esempio, le linee guida ASCO (American Society of Clinical Oncology), pubblicate nel 1999 e aggiornate nel 2014, supportano e incoraggiano la pratica dello Yoga.
Lo Yoga può contribuire a ridurre l’affaticamento, la sonnolenza diurna, aumentare la vitalità, migliorare la qualità del sonno e, in definitiva, ad arricchire la qualità di vita.
Lo Yoga non rappresenta la “terapia contro il cancro”, ma può essere “la cura dell’anima”, in quanto facilita il senso di riconnessione tra mente e corpo. Praticare con costanza aiuta ad affrontare con forza la terapia e tutto quello che ne consegue.
Numerosi benefici sono stati osservati anche nei pazienti che praticano la meditazione, una tecnica in cui si impara a sospendere il normale flusso di pensieri che occupano la mente per concentrarsi su uno specifico oggetto, per esempio il respiro. Nel caso dei malati di cancro è stato osservato che tale tecnica è in grado di contribuire a ridurre lo stress, migliorare l’umore, migliorare la qualità del sonno, ridurre la fatigue (la stanchezza fisica associata alla malattia).
Svolgimento della pratica: solidarietà e condivisione
Durante le pratiche di Yoga e meditazione si insegna al paziente a portare l’attenzione consapevole al corpo. Si pone una delicata attenzione alle aree più sensibili o più doloranti perché sottoposte a intervento, trattamento o perché coinvolte da una sofferenza più profonda. Attraverso la concentrazione sulle sensazioni che emergono nell’osservazione del corpo, ciascuno dei praticanti entra in contatto con le emozioni provate o nascoste. Tutto questo avviene in maniera delicata, benevola e premurosa.
Stare nel momento presente aiuta a contenere lo spettro di emozioni sconfortanti che sorgono quando si deve affrontare il dolore e l’incertezza delle terapie. Grazie al profondo senso di solidarietà e condivisione che nasce dal gruppo, un passo alla volta, anche il dolore appare più semplice da affrontare.